Il no disperato di Mario Elisei. Cosa si può dire ancora su Giacomo Leopardi dopo tutti i testi critici scritti su di lui? La grandezza dei classici, tuttavia, sta proprio nel loro essere continua fonte d’ispirazione e di comprensione della realtà in cui viviamo. In questo breve saggio, “Il no disperato”, il recanatese Mario Elisei ci guida con semplicità e chiarezza alla scoperta delle radici del pessimismo del grande poeta. Perché Leopardi ha maturato un pessimismo così radicale? Da quali letture, da quali rapporti familiari, da quali riflessioni personali, da quali problemi fisici è nato il nucleo del suo pensiero? Indagando soprattutto lo Zibaldone, Elisei scopre come Leopardi non sia solo un formidabile poeta e filosofo, ma un pensatore della crisi. Attraverso la sua dolorosa e unica esperienza personale, il poeta ha decodificato attraverso le sue straordinarie doti liriche e letterarie cosa significhi vivere una crisi che da individuale si fa collettiva: ciò che lo rende utilissimo per provare a comprendere la nostra complessa contemporaneità.
Per l’Italia che piange a Recanati
me ne andai ricercando poesia
ma scappai quasi subito fuggendo
dalla noia perversa decantata.
Annientare l’esistere è una farsa
che rende noiosissimo il campare
fuggire dalla noia è arrabattarsi
leggendo blaterando cicalando.
L’orrore della noia è la ragione
del mio continuo leggere e ospitare
coi limiti conversi che attorciglio
nel meglio che mi riesce di avallare.
24 febbraio 2019
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