“Densa, veloce, surriscaldata, contraddistinta da ineguaglianze e iniquità. È l’età dell’Antropocene, il segno indelebile dell’umanità sul pianeta. È la globalizzazione – ma non come la conosciamo. Thomas Hylland Eriksen dà nuova linfa alla discussione intorno alla modernità globalizzata, adottando l’approccio antropologico nell’analisi di tre crisi interconnesse: ambientale, economica e identitaria. Se è vero che queste crisi sono globali per ampiezza, vengono però percepite e subite a livello locale, e sono moltissime le contraddizioni che sorgono tra le forze di standardizzazione dell’età dell’informazione del capitalismo globale e la natura socialmente stratificata delle vite individuali. Se il globale è di fatto ingovernabile, una possibile forma di opposizione consisterà per l’autore nell’individuare tattiche e interventi legati a congiunture e contesti locali: resistenze e strategie di sopravvivenza che possono invertire il corso di un mondo in crisi e prossimo alla catastrofe. Coniugando i metodi etnografici e comparativi dell’antropologia con materiali storici e sociologici (dall’economia politica alla biofisica ecologica) – e considerando temi quali il consumo di energia, l’urbanizzazione, la gestione dei rifiuti, la mobilità umana e la diffusione delle tecnologie d’informazione-, “Fuori controllo” offre una prospettiva nuova rispetto alle drammatiche urgenze della contemporaneità.”
FARE FINTA DI NULLA
Tutto è strano diverso imprecisabile
pericoloso assurdo mal pensabile
che vuol dire sapere qualche cosa
mai prima formulabile dicibile.
Parlare con pochissimi è un sistema
che serve a controllare il dire e il fare
rimanendo tranquilli a inventariare
l’accadere precipite solerte.
Fare finta di nulla confortando
aiutando cercando sistemando
nella tranquillità restando avulsi
pur continuando a esistere facendo.
24 settembre 2017
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