Ho letto: “Crimini letterari” di Charles Nodier. “Il libro esce nel 2010. Il testo originale è del 1812. Nell’Avvertenza a pagina 9, il traduttore – in compagnia di altre due sigle, due tizi che fanno i misteriosi – spiega che «la Repubblica delle lettere è fatta soprattutto di criminali, perché anche il più originale degli autori ruba: fa man bassa dell’immaginario condiviso e se ne appropria, riscrive sempre ciò che non ricorda più di aver letto, ridice sempre ciò che non ricorda più di aver udito, dispone dell’altrui come se fosse suo. Ed è suo, ma non gli appartiene». Poi, dopo questa cortese premessa, ci viene svelato che l’autore – Charles Nodier – aveva la stessa pessima abitudine di cui va cianciando in queste 98 pagine: «Sarebbe sufficiente ricordare come la sua ispirazione, sin dagli esordi letterari, indulga spesso nel ricalcare modi e temi dei suoi scrittori preferiti» Crimini letterari è un libro piccino e noioso, ma pedante rende meglio l’idea. Probabilmente la colpa è dell’età. Ammetto senza problemi d’essere poco adatta a leggere saggi che ti spiattellano, uno via l’altro, Platone, Virgilio, Corneille, Racine e Fénelon.”
- La poesia civile senza nomi
- dell’alludere eludere lagnandosi
- è impegno senza rischio che rimastica
- cieca e sorda il silenzio del non dire.
- 1998
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