Ho letto: “L’antropologia e il modo globale” di Marc Augé. “In un mondo in trasformazione accelerata, un cambio di scala colpisce e riconfigura le nostre esistenze individuali e collettive. In questo nuovo ambiente, l’antropologia ha d’ora in avanti l’immenso compito di criticare l’insieme ancora proteiforme che chiamiamo il mondo globale. Marc Auge ritorna qui sulle categorie dello spazio e del tempo, in particolare attraverso la nozione di tempo morto nella sua relazione con quella di nonluogo, per interrogarsi sui rapporti tra senso sociale e libertà individuale nel mondo contemporaneo. L’antropologo contribuisce in tal modo allo sforzo di lucidità critica di cui l’umanità ha bisogno oggi più che mai, se davvero vuole un giorno potersi dichiarare non più globale ma totale”.
- Gli sprechi maledetti del potere
- che distrugge la vita sulla terra
- bisogna con passione inventariare
- con coraggio dolore discrepanza.
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